Come rendere felice un neonato

I consigli su come rendere felice un neonato, su come prendersi cura di lui, non solo a livello fisico, sono tantissimi. A volte hanno una base valida, altre sono dicerie tramandate come sacre verità. Spesso non tengono conto che davanti hanno quella famiglia e non una famiglia.

Sei sicura che questo sia il modo giusto per rendere felice un neonato?

“Alla nascita di un bimbo il mondo non è mai pronto”

Wislawa Szymborska

Sempre prima viene richiesto di recidere quel filo invisibile che collega il genitore all’infante.

Se decidi di

  • procedere al distacco più lentamente,
  • assecondare i suoi e i vostri tempi,
  • consolarlo nel modo che ritieni più adatto a voi,

vieni subito accusata di viziarlo.

“Così non te lo staccherai più!” ti dicono, nemmeno fosse un francobollo su una busta.

Ma allora cosa ha bisogno il tuo neonato per essere felice?

Torni a casa, stanca, sottosopra, con gli ormoni che sembrano una pallina in un flipper e viene bersagliata da consigli su come vivere questa fase, su cosa fare e cosa no. 

Amici e parenti, purtroppo a volte anche professionisti, ti mettono subito in guardia: 

  • “Non tenerlo troppo in braccio, se no lo vizi!”
  • Non cullarla così se no poi non si addormenterà in altro modo…”
  • Lasciala piangere, gli fa bene! Nessuno è mai morto perché ha pianto un po’.”
  • “Non addormentarlo con te se no lo avrai attaccato per anni, anni e anni…”

e tu già lo vedi diciottenne occupare tutto il letto mentre passi la notte in bilico sul bordo.

come rendere felice un neonato: madre con in braccio una neonata che dorme e accanto l'altra figlia che dorme

“Ho scelto e avuto la fortuna di poter scegliere di allattare al seno le mie figlie fino all’anno di età; abbiamo scelto di farle dormire con noi nel lettone; ho scelto di assecondare il loro bisogno di contatto. Sapete quante volte sono stata criticata per queste scelte? Non le conto nemmeno più. E conoscere le ricerche, le teorie non mi è stato molto utile sul momento.(Queste sono le mie scelte non le uniche scelte valide.)

Ho messo in dubbio ciò che sapevo essere giusto, in quanto adatto a noi, solo perchè qualcuno di esterno si era permesso di dirmi che avrei dovuto concludere l’allattamento, abituarle a dormire da sole fin da subito, non soddisfare il loro bisogno di contatto.

Ma perchè questo avviene?

Perchè pensiamo che per educare all’autonomia, all’indipendenza e per farli socializzare sia necessario trascurare i loro bisogni?

Lasciarli piangere nonostante tutto, abituarli a situazioni che li mettono a disagio nonostante si possano evitare?

(Ovviamente non tutti i bambini sono uguali. Una situazione che può rappresentare un disagio per uno non lo è per un altro. Non credo alle ricette preconfezionate che non tengono conto della storia di vita della diade, della triade e delle caratteristiche di quel bambino.)

Siamo davvero sicuri che questo sia l’unico modo per aiutare un neonato a crescere autonomo, indipendente, sicuro e felice?

Io no. 

Facciamo un passo indietro. 

Il rapporto genitore neonato

“Non hai avuto modo di scegliere i genitori che ti sei trovato, ma hai modo di poter scegliere quale genitore potrai essere.”

Marien Wright Edelman

Conosci il termine endogestazione ed esogestazione?

L’endogestazione è il periodo di sviluppo del feto all’interno del grembo materno mentre l’esogestazione è il periodo, circa 9 mesi, che intercorre tra il concepimento e la nascita del feto: è un periodo molto delicato che merita la stessa attenzione data all’endogestazione.

L’evoluzione del neonato durante l’esogestazione non è paragonabile a quella di nessun altro cucciolo animale.

In questa fase è possibile vedere dei comportamenti di attaccamento principalmente verso una persona: il caregiver. Un tempo si parlava di madre, oggi si preferisce parlare di caregiver e non per il tanto chiacchierato politically correct ma, semplicemente, perchè il legame di attaccamento è indipendente sia dal genere che dal sesso assegnato alla nascita che dal ruolo ricoperto dalla persona di riferimento.

La teoria dell’attaccamento, elaborata da Bowlby negli anni ‘60 evidenzia come il neonato instauri una relazione significativa con il caregiver.

Molti degli studi che prendono in esame la relazione di attaccamento si sono basati sull’osservazione della procedura ideata da Mary Ainsworth, denominata Strange Situation Procedure. Questa procedura permette di esaminare la relazione di attaccamento tramite il comportamento affiliativo e quello esplorativo in bambini tra i 12 e i 20 mesi.

Esistono 4 stili di attaccamento diversi:

  • Sicuro (es. Una bambina che lasciata con un’estranea senza il caregiver in un ambiente nuovo manifesta un disagio ma riesce ad utilizzare l’adulto per calmarsi o riesce a calmarsi da sola e inizia ad esplorare l’ambiente);
  • Insicuro evitante (es. una bambina che nella stessa situazione esplora l’ambiente senza mostrare segni di distress quando il caregiver si allontana, rimanendo indifferente all’estraneo e non ricercando la figura di riferimento al suo ritorno);
  • Insicuro ambivalente (es. un bambino che non esplora la stanza e rimane ancorato al caregiver. La sua lontananza genera manifestazioni elevate di disagio e il suo ritorno scatena un comportamento incoerente: se da una parte cerca la vicinanza fisica dall’altra lo respinge);
  • Disorganizzato (es. un bambino che appare confuso, disorientato e mette in atto comportamenti come dondolamento, postura rigida e un’espressione del volto impaurita).

La tecnica della Strange situation può essere utilizzata solo da professionisti competenti che, oltre ad essere formati rispetto al protocollo, riescano a tenere in considerazione altre caratteristiche importanti del contesto e della famiglia in esame.

Ci tengo ad evidenziare come l’attaccamento che il bambino instaura è una relazione funzionale per quel bambino, in quella diade, in quel momento che ha però dei risvolti anche nel futuro di quel bambino.

Provare a capire e a rispondere ai bisogni fisiologici e psicologici del bambino, diventando per lui una base sicura, è quindi molto importante per il suo benessere. 

Per poter diventare una base sicura è necessario essere in grado di:

  • saper riconoscere e interpretare i segnali;
  • rispondere in modo appropriato e tempestivo alle richieste;
  • promuovere l’autonomia del bambino rispettando i suoi desideri di crescita;
  • dedicarsi ai sentimenti e alle emozioni del bambino.

Alla luce di questi concetti è forse più chiaro vedere ad esempio la ricerca di vicinanza fisica del neonato (e non solo) come un comportamento assolutamente fisiologico, soprattutto in caso di situazioni che per il bambino sono una minaccia (esempio: sconosciuti, posti nuovi…). 

Una risposta tempestiva, sintonizzata sui bisogni e sulle emozioni del bambino diventa una solida base per il suo sviluppo .

Poi, che non sia un passeggiata di salute avere una piccola di 10 chili perennemente addosso e che si debba tenere conto anche dei propri bisogni, beh… quello è un altro paio di maniche!

Credo sia lecito cercare delle modalità, rispettose di quel bambino, per rendere la situazione sostenibile o piacevole per tutta la famiglia

Quando vi viene detto:

“Così lo vizi!”

prima di interiorizzarlo e farlo vostro riflettete sempre sull’età di vostro figlio, sui suoi bisogni fisiologici e psicologici e ricordate, soprattutto quando si parla di neonati, che l’aria si vizia, non un bambino così piccolo!

Questa risposta l’ho letta dalla pediatra Valentina Paolucci (Ladottoressadeibambini). Mi è subito piaciuta così tanto che non potevo non utilizzarla.

Conclusione

La conclusione a tutto ciò?

Visto che abbiamo la responsabilità di provare a crescere dei bambini autonomi psicologicamente, emotivamente e fisicamente da noi e di farlo nei tempi e con delle modalità rispettose del loro sviluppo, cerchiamo di non tramandare false notizie che non servono a nessuno.

Smettiamo di ascoltare o di dare consigli, soprattutto se scientificamente non corretti, che suonano più come giudizi.

Informatevi, confrontatevi ma tenete sempre a mente che la vostra famiglia è unica e merita un supporto cucito sulle vostre esigenze e unicità, nel rispetto di tutti. Se avete bisogno di aiuto mi trovate qui.

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