Come scegliere cosa fare nella vita

Ascoltare i consigli per intraprendere un percorso a volte sembra inutile, ma, quando la confusione prende il sopravvento, come scegliere cosa fare nella vita?

Come scegliere cosa fare nella vita: esiste una guida per comprenderlo?

Siamo sempre alla ricerca di una guida, di un metodo che ci permetta di mantenere il controllo sul nostro futuro, o anche solo di averne l’illusione.

Non esiste una guida: ne esistono centinaia.

Ma domandati se è veramente questo ciò di cui hai bisogno.

Spesso concentrarsi sui propri valori, desideri e aspirazioni girandoli tra le mani fino a che ogni sfaccettatura risulti limpida e significativa è più utile di una lista di domande a cui rispondere asetticamente.

Crescere, purtroppo, vuol dire anche fare i conti con la pressione a raggiungere, nei tempi prestabiliti, traguardi esterni senza che nessuno ci dica che, non sapere chi si è e cosa si vuole, è normale, a 18 anni come a 25 e oltre.

Le strade sono tutte diverse così come le mete:

  • ci sono strade lineari che lasciano intravedere il percorso e la sua fine,
  • strade che hanno un’infinità di cambi di direzione e non permettono di vedere quali destinazioni si possono raggiungere.

Una non è meglio dell’altra, sono diverse, tutto qui.

Crescendo ho collezionato mestieri; avrei voluto diventare attrice, comica, cantante, insegnante, musicista, chirurga …

Poi ho sognato tanti tanti soldi; soldi a palate che mi permettessero di non dover lavorare.

Oggi, quando mi si chiede cosa farei se mi fosse data una somma di denaro tale da poter oziare tutto il giorno, penso subito che sarei sollevata, potrei depennare dalla lista delle preoccupazioni la voce soldi (e non sarebbe poco!), ma che sarei ugualmente una psicologa che lavora esattamente come oggi. Viaggerei di più, ma non cambierei io e nemmeno ciò che desidero davvero: essere amata e amare, crescere le mie figlie con dei valori che considero solidi e essere utile.

A scuola mi chiesero cosa volessi diventare da grande, io risposi “FELICE”. Mi dissero che non avevo capito l’esercizio e io dissi loro che non avevano capito la vita

John Lennon

Credo sia proprio questo il punto: nel pensare a cosa si vuole fare nella vita la prima cosa, e a volte l’unica, che ci viene in mente è il lavoro.

Eppure non c’è solo il lavoro. Perché non pensare a come vogliamo passare le giornate? Come poter diventare la versione migliore di sé? Con chi? Dove vogliamo vivere? Di cosa si necessità per essere felici?

E perché non attribuire un significato al lavoro più completo? Perché non tener conto della retribuzione ma anche di ciò che vuol dire per noi? Cosa ci permette di fare? Che limiti ci pone? Quali aspetti ci pesano e quali ci fanno brillare gli occhi?

Nel progettare il mio futuro la professionista con cui ho lavorato mi ha chiesto di creare una moodboard.

Non ci crederete, o forse sì, ma è stato tra i compiti più sorprendenti e utili che abbia mai fatto. Ogni immagine scelta di impeto in realtà nascondeva un significato profondo, qualcosa di me e di quello di cui avevo bisogno che andava oltre l’oggetto.

Essere se stessi in un mondo che cerca continuamente di cambiarti è la più grande delle conquiste

Ralph Waldo Emerson

Nel pianificare il futuro è essenziale ricordare di scegliersi.

Per farlo ci viene in aiuto quello che viene sempre più vissuto come un metodo ma che forse è più uno stile di vita: l’IKIGAI.

Formato dalla parola

  • Iki che significa vita
  • Gai che vuol dire volare

si traduce come la ragion d’essere e d’esistere e ci mostra il lato più bello e puro dell’individualità.

Nato nella cultura di Okinawo, arcipelago a sud del Giappone, viene spiegato da Michiko Kumano (2017) come uno stato di benessere dato dall’appagamento e la devozione per il lavoro che si svolge.

Personalmente mi riporta alla mente il concetto di flusso di Csikszentmihalyi per cui si crea un equilibrio tra componenti emotive, cognitive e motivazionali che modifica la percezione del tempo e della fatica facendo sì che la gratificazione maggiore sia proprio insita nello svolgere quell’attività.

Secondo l’Ikigai ci sono delle aree che hanno la stessa importanza, le AREE VITALI che sono:

  • ciò che ami
  • ciò in cui sei bravo
  • ciò in cui puoi essere utile
  • ciò che ti assicura un guadagno

La scelta della professione dovrebbe tener conto di queste aree; focalizzarsi sulla propria unicità è il primo passo per creare le basi di un futuro appagante.

Trovare la propria strada per poi cambiarla

Nella vita capita anche che, abbassando lo sguardo per cercare ciò che hai perso, scorgi qualcos’altro che vale la pena raccogliere.

Alex Zanardi

Non è detto che impegnarsi e compiere i passi adatti per raggiungere il futuro desiderato basti; come non è detto che ciò che ti era affine ieri è uguale a ciò che senti affine oggi o che sentirai domani.

E allora che fare?

Restare aperti può essere la soluzione e vuol dire:

  • permettersi di cambiare idea, di coltivare le proprie passioni, di commettere errori e di essere imperfetti;
  • fermarsi a capire cosa vogliono comunicare la paura, il disorientamento e l’ansia che si provano;
  • uscire dalla propria zona di comfort interagendo con persone differenti, in contesti diversi;
  • focalizzarsi sulle proprie risorse dedicando del tempo alla propria crescita personale;
  • informarsi sulle proprie possibilità
  • cercare di aver chiaro in mente il motivo per cui ci si sta orientando verso un’opzione rispetto ad un’altra

L’anno scorso ho cambiato radicalmente la mia vita, anche a livello lavorativo. Mi sono trasferita e ho iniziato la libera professione.

All’inizio mi sentivo come una pallina dentro un flipper: i dubbi e la confusione avevano preso il sopravvento e non sapevo decidere: un secondo ero euforica per la scelta che stavo prendendo e il secondo dopo tornavo terrorizzata sui miei passi.

Troppi se, troppe poche certezze rispetto ad un percorso lavorativo già ben avviato.

L’ansia cresceva; alternavo momenti in cui sentivo di dover agire, senza sapere davvero come, a giornate in cui aspettavo passivamente che la decisione giusta si palesasse davanti a me.

Dei punti scritti prima ne ho messo in atto solo uno: informarmi rispetto alle mie possibilità. In quel momento tutto il resto era troppo faticoso da gestire da sola.

Un giorno, dopo tanto tempo passato a pensare, mi sono decisa e ho chiamato una professionista che mi ha aiutato a vedere nel buio delle mie paure e dentro i miei bisogni più profondi.

In un anno mi sono licenziata e ho iniziato la libera professione, consapevole di ciò che stavo lasciando e sicura della possibilità che mi stavo dando.

Ora sono un passo più vicino alla vita che voglio.

Non c’è niente di male ad aver bisogno di aiuto.

Se il futuro ti sembra incerto e non sai come scegliere la tua strada, parlarne con qualcuno di esperto può aiutarti a chiarire le idee e a vivere più serenamente.

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